Elon Musk punta a droni e velivoli elettrici, quali sono le auto elettriche più vendute di settembre e fusione dei ghiacciai sopra la media.
Elon Musk: droni e velivoli elettrici
Elon Musk ha recentemente accennato alla possibilità che Tesla entri nel settore dei droni e dei velivoli elettrici, spingendo a speculazioni su nuovi progetti per la casa automobilistica. Secondo l’analista di Morgan Stanley, Adam Jonas, ci sono segnali che collegano Tesla al mondo dell’aviazione elettrica, specialmente considerando che le vendite di auto, che rappresentano l’81% dei ricavi di Tesla, sono in calo.
Musk ha menzionato che il futuro del trasporto non si limiterà alle auto, ma includerà anche aerei e barche elettriche. Questa non è la prima volta che il CEO esprime idee simili, ma l’attuale interesse potrebbe essere più concreto, vista la crescente attenzione per nuovi settori come i robotaxi e il progetto Optimus. Tesla potrebbe esplorare il mercato dei droni e degli eVTOL (velivoli a decollo e atterraggio verticale), un settore che entro il 2050 potrebbe valere fino a 9 trilioni di dollari. Tuttavia, Musk non ha ancora confermato ufficialmente tali piani.
Auto elettriche: le più vendute di settembre
Le vendite di auto elettriche in Italia a settembre hanno registrato una forte ripresa, con un aumento del 29% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In totale, sono state immatricolate 6.437 unità, portando la quota di mercato delle auto full electric al 5,2%, con un incremento di 1,5 punti percentuali rispetto ad agosto e di 1,6 rispetto al settembre 2023. Nonostante questa crescita, le immatricolazioni dall’inizio dell’anno sono arrivate a 48.425 (+5,3%), con una market share del 4%, valori ancora insufficienti per raggiungere gli obiettivi di elettrificazione.
Michele Crisi, presidente di Unrae, ha sottolineato l’urgenza di rifinanziare gli incentivi per le auto a emissioni zero, chiedendo che i 240 milioni di euro residui per il 2024 siano immediatamente disponibili. Ha anche evidenziato la necessità di una strategia chiara a livello europeo e nazionale per sostenere la transizione verso l’auto elettrica.
Fusione ghiacciai: la tanta neve non basta
Nel 2024, nonostante le abbondanti nevicate durante l’inverno e la primavera che hanno accumulato il 30% in più di neve rispetto alla media, i ghiacciai delle Alpi continuano a subire una fusione significativa. In Svizzera, le masse glaciali hanno perso il 2,5% del loro volume a causa di una combinazione di temperature anomale e dell’afflusso di sabbia del Sahara nei mesi estivi. La Commissione svizzera per l’osservazione della criosfera ha riportato che, nonostante i livelli di neve record in alcuni luoghi, come nel Weissfluhjoch nel canton Grigioni, e il rallentamento temporaneo della fusione grazie alla neve invernale, il processo di scioglimento non si è fermato.
A metà maggio, sul Claridenfirn nelle Alpi Glaronesi c’erano ancora 6 metri di neve, ma a settembre la neve era completamente scomparsa. Ghiacciai al di sotto dei 3.000 metri, come il Giétro nel Vallese, il Plaine Morte nel Canton Berna e il Silvretta nei Grigioni, hanno perso fino a 2 metri di spessore.
Sebbene il 2024 abbia visto una perdita inferiore rispetto al 2022 e al 2023, che furono gli anni peggiori per la fusione dei ghiacciai svizzeri, il calo del 2,5% resta superiore alla media dell’ultimo decennio. La situazione dei ghiacciai, quindi, continua a essere critica, con il rischio di un progressivo deterioramento nonostante occasionali accumuli nevosi.
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